Per Ottavia De Luise.

La bramosia assassina, adulta, che colpisce i piccoli, i bambini, è della stessa natura di quel “peccato contro lo Spirito”, così grave, funesto, da far pronunciare a Cristo parole di condanna senza appello. Il peccato contro lo Spirito, “che non sarà perdonato né in questa vita, né nell’altra”, è la menzogna esercitata, consapevolmente, contro l’innocenza, la verità, la bellezza, la bontà, l’amore, la vita. Cristo afferma che è preferibile, rispetto alla sorte diabolica di coloro che scandalizzano i piccoli, “non essere mai nati“. Dunque anche per il Figlio di Dio esiste qualcosa di così orrendo da essere imperdonabile: scandalizzare, violentare, uccidere un bambino, equivale a sputare in faccia a Cristo, calunniarlo e consegnarlo ai carnefici. L’oscura, perversa libidine dei violenti che spasimano perché l’innocente sia profanato e annientato… Imperdonabile.

 

 

Si dice: la vita moderna, urbana, è essenzialmente violenta, nemica dei “piccoli mondi antichi”, della vita campestre, della semplicità rurale. Quest’idea è soltanto un luogo comune, e la triste vicenda della piccola Ottavia conferma la verità nuda: i microcosmi rurali erano (e sono) gravidi di ottusità, miserie spirituali, superstizioni, abusi, omertà, etc. Quante piccole anime sono state schiacciate tra un muretto a secco e una stradina polverosa, tra un paesino e l’altro, tra una masseria e un pozzo, tra una chiacchiera e l’altra? Se le campagne potessero parlare… Questa verità non vuole certo negare gli antichi valori della saggezza ruspante, contadina, all’aria aperta, e tuttavia la poesia campagnola non deve farci chiudere gli occhi e dimenticare Ottavia. “La donzelletta vien da la campagna…”. La donzelletta non tornò dalla campagna, e sparì “sulla via vecchia per Armento”.