Bolle: una poesia di Giulio Felisetti, classe 4 A, un autoritratto di Richard Heeks ed una segnalazione.

Essere leggeri, nell’aria, senza finalismi e presunte destinazioni. Svanire nei giochi e nelle geometrie del “nulla”. Un nulla bello come il pianeta dell’infanzia, dove tutto sorride perché tutto è sempre possibile, attuale, aperto, nascente, colorato, soffiato. Svanire per apparire ancora, e ancora apparire per svanire: nessun autoritratto può diventare il dio dell’immutabilità, ma semplicemente l’istante, il fotogramma di una vita che nasce e sta per finire, finisce e sta per nascere. Noi vogliamo durare eternamente, e dunque soffriamo… Basta togliere una “r”, la erre dell’errore delirante dell’onnipotenza, e il risultato è: soffiamo.

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